• Pubblicata il
  • Autore: GiovanBattista
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Sms - Rimini Trasgressiva

«Il mio seno è perfettamente in forma». Il messaggio di mia moglie mi arrivò sul cellulare inaspettato. Non ricordavo che quella mattina avrebbe dovuto ritirare l’esito della mammografia. Così pensavo che avesse appena finito di farsi la doccia e si stesse osservando allo specchio. Presi il telefonino e risposi di getto: «Dovrei verificare di persona...». E lei, altrettanto inaspettatamente, raccolse la provocazione: «Quando vuoi, io sono pronta». L’sms mi fece sangue. Decisi che al lavoro avrei dovuto sbrigrare in fretta un paio di faccende: «Preparati - le scrissi -. Tra mezz’ora sono a casa».
Mi presentai puntuale e puntuale si dimostrò anche la mia mogliettina. Indossava soltanto un perizoma nero e una canottiera a rovescio con le spalline che si incrociavano all’altezza del seno e mettevano ben in evidenza le tette con due capezzoli assai turgidi. Calzava un paio di scarpe con tacco a spillo che usava soltanto per occasioni particolari. Sul divano aveva appoggiato un foulard e una cintura.
Presi il foulard e le bendai gli occhi. «E la corda dov’è?», le chiesi. «L’ho cercata ma non l’ho trovata», mi rispose. Le tolsi la benda: «Ora vai e non ti ripresenti finché non la trovi».
Tornò presto: le rimisi la benda e le legai le mani dietro alla schiena. «Piegati!», le ordinai e, quando il suo bel culo tondo era bello in mostra, le mollai un paio di sonori ceffoni. «Ahi», protestò. «Così impari a dimenticarti tutto il necessario», la zittii.
Cominciai a baciarla e a leccarla sugli incavi delle spalle, una zona in cui è particolarmente sensibile, e poi a mordicchiarle i lobi delle orecchie. Poi, d’improvviso, mi parai davanti a lei e le presi i due capezzoli tra i pollici e gli indici delle due mani e tirai. «Andiamo a fare due passi», le dissi trascinandola per i capezzoli e facendole fare il giro della casa. Tornammo in soggiorno e la lasciai in piedi da sola in mezzo alla stanza. Lei non era capace di aspettare. «Devi imparare ad avere pazienza», le dissi. Poi le infilai una mano nelle mutandine. «Vediamo se questo gioco ti piace», le sussurrai all’orecchio. Era bagnata da far paura e, appena le toccai il clitoride, iniziò a mugolare come una gatta in calore.
A quel punto decisi di cambiare nuovamente registro: «Inginocchiati». Lei, docile, ubbidì. Mi calai pantaloni e mutande, la afferrai per i capelli e le infilai il mio cazzo duro in bocca. Non dovetti ordinarle nulla: lei, avida, si mise a succhiare come una pazza, facendosi arrivare il mio cazzo in gola. Fare pompini è sempre stata la sua specialità e anche quel giorno non si risparmiava. La fermai, temendo quasi che si soffocasse.
«Ti piace?», le chiesi. «Sì», mi disse. «Così non va bene - replicai -, lo sai che devi rispondermi in modo diverso». «Sissignore, ha ragione», replicò pronta. «Ormai il danno è fatto - osservai -. Lo sai cosa mi tocca usare ora?». «Sissignore: la cinghia».
La sollevai da terra e la appoggiai sul divano prona con le ginocchia a terra e le misi un cuscino sotto la pancia in modo che il culo fosse ben in vista. Le sfilai di forza il perizoma e presi la cintura di cuoio: «Ora - le dissi - devo darti cinque colpi, ma voglio che tu li conti ad alta voce».
Alzai la cintura e partì la prima scudisciata. «Uno», mormorò a bassa voce. «Più forte!», le ordinai. «Due», biascicò. La terza frustrata fu terribile. Il corpo di mia moglie si contrasse tutto: «Tre», riuscì a dire dopo qualche secondo. E poi ancora «quattro» e «cinque». A quel punto, infoiato come non mai, mi inginocchiai dietro di lei, glielo misi dentro la sua figa bagnata e accogliente e iniziai a sbatterla come un ossesso.
Alla fine ebbi la forza di rivolgerle soltanto una domanda: «Quand’è la prossima mammografia?».

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08/02/2011 18:13

Abelardo

Io le avrei dato 5 inculate , le cinghiate fattele dare a te che così godi : masochista .

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