• Pubblicata il
  • Autore: TRIARIO
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LUI - Rimini Trasgressiva

cap. precedenti: 17/4-9/5-11/5/2011

Irrigidita dalla paura eppure incapace di oppormi,anzi desiderosa, vogliosa che accada.Neppure dentro di me dico di no.Aspetto solo che lo faccia. Aspetto di sentire il suo coso aprirsi la strada, entrare, farmi male.Quel male, quel dolore dell'imene lacerato di cui ho sentito, come tutte le ragazze, parlare sottovoce. Sempre o quasi sempre di altre, cugine o sorelle sposate se a raccontare sono compagne di scuola, oppure cose a loro volta sentite. Emorragie o lacerazioni da ospedale, dolori lancinanti da far svenire. Resto in attesa le braccia lungo i fianchi, mentre il pene, anzi il glande scivola lungo la mia fessurina ancora integra ed appena umida.Troppo poco umida. Si ritira , di nuovo mi strige baciandomi ancora ed ancora. I lobi delle orecchie,le palpebre troppo grevi per restare schiuse, i seni ed il ventre sussultanti, il ventre acora ed ancora, verso il pube e l'interno delle cosce, ora l'una ora l'altra risalendo, ma fermandosi sempre prima di arrivare li,dove ora lo voglio. M'accorgo di cercare di facilitarlo,allargo le ginocchia portandole un poco verso l'alto,richiamo quasi sotto le ginocchia i talloni,sollevo il bacino.So di essere spudorata? No, certamente, in quel momento è l'ultimo dei miei pensieri,semprechè in testa abbia qualche pensiero e non soltanto sensazioni.

Sussulto ogni volta che si avvicina, trattengo il fiato, mi irrigidisco. Non conta nientaltro, non esiste nient'altro che quella ligua e quelle labbra calde e sapienti, quei denti che sanno dare la follia, e, non si ritrae, scosta le valve della mia conchiglia, la lingua, oh, lei si sapiente, umida, calda, lentamente mi percorre.
E' frenesia, quando preme delicatamente lo stretto ed intatto buchetto. Vi si sofferma e sembra quasi volerlo penetrare. Poi però scende per salire di nuovo, superarlo, raggiungere il mio granellino di riso che sento letteralmente crescere.Batto i palmi sul letto e poi, incapace di trattenermi anche i talloni, prima di abbandonarmi scossa da un grido che a stento rieso a trattenere in gola. Di nuovo stesa, sudata, percorsa da brividi eppure amorfa, incapace quasi di respirare.Boccheggio anzi come un pesce, ed il mio respiro è l'unico rumore. Pum, pum, pum. é il cuore che pompa. Poi, un'ora un anno, un secolo od un secondo più tardi mi bacia la bocca, frugandomi con la ligua sino al palato. Lentamente torno in me, abbandonata tra le sue braccia.Sono ben conscia di ciò che è accaduto. Bè, almeno in parte, e conscia, quando si pone di nuovo sopra di me, di cosa sta per accadermi.

Il glande ora scivola lento, da padrone. Spalanco gli occhi che avevo a lungo tenuti chiusi. Mi sta a sua volta fissando, serio,senza nessuna espressione.Poi mi sorride ed il sorriso gli illumina il volto.
Impacciata sorrido a mia volta,Non capisco. Cosa aspetta? Cosa? E poi ora mi vergogno. No non è che mi vergogni proprio. Qualche ora fa, ma che ora è adesso, al diavolo l'ora, questa mattina e per tutta la vita passata mai avrei, anzi ho pensato neppure per un attimo ad una situazione del genere. Nel letto di uno che conosco appena,a gambe aperte dopo aver. Aver cosa? Goduto? Certo mi è piaciuto da morire, se noi ragazze ci tocchiamo sarà pure per qualcosa. Ma se è sempre così, cretina a non essermi mai toccata prima. Mi stiracchio un poco,un accenno di sbadiglio. Ma perchè non mi vuole come donna? Come donna sento la cosa come una offesa un'oltraggio. Non gli piaccio! Per lui sono troppo una ragazzina! Sei una cretina, mi dico e mi abbandono tra le sue braccia premendo il mio corpo contro il suo. Sono io ora a fare la gatta, almeno un poco data la mia scarsa sapienza.Sento il coso, il pene, anzi il cazzo ancora duro contro la mia coscia. Dio, e se mi prende e ci resto? Sai mamma, perdo l'anno perchè mi son fatta sbattere e sono incinta. Ecco perchè non mi ha scopata. Mi sono un poco scostata e lui sta sul fianco. Esitando lo carezzo, allungo la mano verso la sua virilità e ne ricevo uno schiaffetto."Dobbiamo parlare. piccola".

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27/07/2011 23:14

Ale

Bella storia. Scrivi molto bene.

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