• Pubblicata il
  • Autore: TRIARIO
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LUI - Rimini Trasgressiva

Cap terzo.
Precedenti:17/4/-9/5/2011

Non mi apettavo nulla del genere, mi aspettavo anzi una pizzeria od al massimo una trattoria di quelle in cui si mangia bene, ma senza troppe cerimonie. Non si porta, pensavo, una in blu jeans' in un locale elegante. Piccolo, con una insegna quasi a volerti tenere lontano, minuscola, insignificante. L'interno, il servizio e la qualità del cibo era però da sballo. Lui era ben conosciuto,e come se era conosciuto. Ne frequento di buoni locale, ma questo è certo uno dei migliori. Un pranzo che mi ha sollevato lo spirito. Quando sono scesa dalla macchina davanti alla casa dove dovevo prendere le lezioni per prepararmi agli esami di maturità come privatista, ho dimenticato i libri di scuola di quella mattina. Disastro. Da casa del prof, poi da casa mia ho chiamo i numeri che mi aveva dato. Lo studiolo e casa tacevano, dallo studio invece( da chiamare solo per emergenze), risposero che era fuori Milano.
"vadano tutti a farsi friggere,domani...domani me lo prendo tutta per me".C'era una mostra a Palazzo Reale che volevo vedere, poi avrei telefonato forse a Camilla, ma dopo la mostra che volevo godermi da sola. E lunedì? Potevo fare a meno del dizionario, degli altri libri anche, non però del testo di algebra e del quaderno con gli esercizi. O meglio. Al diavolo tutti. Trovato! Alle sette, risolto il problema dei compiti di mate per lunedì, un altro giro di telefonate inutili, poi la mamma dalla cittadina vicina a Londra: -tutto bene mamma, non preoccuparti, domani...- E due. Per i libri sarebbe però stato un guaio, non potevo mica...Lo squillo del telefono. E' lui? E lui. Sono cortese ma ferma.-Certo farei volentieri una gita...no non posso, vedremo, non so, forse, il pranzo è stato delizioso-. Mi spiega di essersi accorto solo ora dei miei libri.Sta andando alla studiolo- "deve essere uno scannatoio." -Sino a domani alle 12 e 30 devo aspettare una telefonata per il mio principale Cliente.Improbabile prendano una decisione prima di domani mattina, ma non posso rischiare, poi i minuti potrebbero essere contati.- io invento una palla su un appuntamento di studio con una amica. Troviamo un accordo: -passerò a prendere i libri alle nove--perchè non facciamo colazione insieme? Tu porti le brioches, io metto il caffe'-"la zampata del leone, dovrei venire nel tuo scannatoio? ma va...". Tutto sommato però si è sempre comportato da persona per bene.

L'indomani mattina, vestita come si deve anche sotto, anzi meglio del solito e per questo sentendomi puttana non poco, suono al portoncino. Seguo le sue istruzioni fino alla porta che si apre prima ancora che bussi. Anche l'appartamento è elegante. Severo ma elegante. I convenevoli d'uso, la colazione. Mi racconta del suo viaggio, del suo Cliente e mille altre cose, senza mettermi però in grado di conoscere alcunchè atto a far conoscere di chi ed esattamente di cosa si tratti. -Un altro caffè?-- Dovrei andare. "sei pazza a stare qui." Ci sto bene, lui è corretto,me ne vado tra un attimo, tra un altro momento e poi-voglio baciarti piccola-Lo voglio anch'io?Certamente no, non credo almeno, però... ecco non lo so. Mi limito a chinare il capo bloccata, anzi paralizzata, mentre la voce che da mezz'ora e più grida inascoltata:pericolo, scappa scappa cretina, tace. Ancora si muove con lentezza, mi attira a se', pone la sua bocca sulla mia, mi stringe, mi carezza. E quelle carezze, pian piano, si fanno più, più profonde, più intime. " devi fermarlo, devi impedirlo, questo no!" Non è però qualche gesto maldestro e qualche no, pochi e poco persuasi, a fermarlo. Il maglioncino e la gonna, la maglietta ed il reggiseno cadono, già restano nel piccolo soggiorno. Mi ha portata, meglio forse l'ho seguito sul letto. Non è vero, non indosso le mutandine, non più. Non mi importa. Scopro quanto mi piaccia essere baciata. Quanto si possa fremere per una carezza, quanto sia facile protendere i seni perchè ne mordicchi i capezzoli, oppure li stringa fino a farmi gemere, tra il pollice e l'indice. I suoi baci all'inizio sapevano di caffè, di cornetto e di colonia. Ora sanno di lui. Sanno anche di me, forse, non so, non so niente. No, d'improvviso so d'avere paura. Anzi so che la paura non mi ha mai abbandonata.Apro gli occhi che da tempo tenevo sempre chiusi, quasi a non vedere, quasi a non sapere.-no, per piacere no,non voglio,ho paura." LO dico di avere paura, lo ripeto due o tre volte. Lui mi è sopra e gravando su me preme il membro sulla mia pancia, duro minaccioso. Non ho mai visto quello di un uomo, solo il pisellino di un neonato e quello di un bambino di quattro anni, uscito da una camera, sottraendosi alle cure della bambinaia ed immediatamente catturato. Si gira su un fianco, mi trascina con sè. Così il pericolo è meno imminente, un poco almeno. Mi lascio baciare forse rispondo al bacio, certo che rispondo al bacio, anzi lo bacio io, lo cerco io.-sei la mia schiavetta. ti ho vista al mercato e ti ho comprata. No, sono un pirata, vista, rapita, fatta mia.- Ride, rido anch'io,seppure tutta tesa di nuovo. Altri baci, altre carezze che mi infiammano. Le labbra di lui, calde morbide, sanno dove schiudersi, dove, ecco sanno...cosa fare. Anzichè ostacolarlo, schiudo ancor più le ginocchia e guidata da lui le porto al petto."sta per rompertela cretina". Invece no, almeno non ora. E' la lingua che segue la mia fessura, millimetro per millimetro. Raggiunge il puntino, vi si soffrma, torna indietro. Eppure dicono...Torna al puntino. Poi perdo ancor più la testa. Ci resto male, sentivo il calore crescere a scaldarmi il ventre, ero sempre più strana, invece lui mi abbandona. Cerco di bloccargli la testa. In quel momento lo voglio li. Poi vergognosa di tanta intraprendenza schiudo le cosce serrate.

segue

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19/05/2011 13:45

frocio

sei un frocione di merda

18/05/2011 21:04

Ale

Di bene in meglio.

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